Situato nel Comune di Rocca di Papa, all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani, il Centro Equestre Federale dei Pratoni del Vivaro rappresenta una delle eccellenze italiane nell’ambito degli sport equestri, ma anche un esempio virtuoso di gestione integrata tra attività sportiva, tutela ambientale e valorizzazione del patrimonio naturale. Proseguiamo nella scoperta di questo luogo unico sempre accompagnati da Deodato Cianfanelli, Direttore del Centro, che racconta come la struttura, di proprietà comunale e gestita in convenzione dalla Federazione Italiana Sport Equestri (FISE), sia oggi un punto di riferimento anche dal punto di vista ambientale, definendolo “un fiore all’occhiello per quanto riguarda la proprietà del Comune sia dal punto di vista amministrativo che gestionale.”
La Federazione, oltre alla gestione tecnica e organizzativa delle attività equestri, ha avviato una serie di interventi mirati alla conservazione e al potenziamento del patrimonio naturale presente all’interno dell’area. Un’attenzione particolare è stata riservata alla componente vegetale del Centro, con la realizzazione di un monitoraggio approfondito di tutte le alberature presenti. “Abbiamo effettuato, attraverso un’iniziativa federale, un monitoraggio di tutti gli alberi – racconta Cianfanelli – catalogandoli e stabilendo lo stato di salute, l’età, la specie e gli eventuali interventi di cui ogni albero necessita.” Il Centro ospita infatti un patrimonio arboreo di grande valore, con esemplari di quercia, faggio e castagno che raggiungono anche i 200 anni di età, un elemento che contribuisce a rendere l’area un vero scrigno di biodiversità.
Particolarmente rilevanti sono le querce, che rappresentano la componente principale e più significativa dal punto di vista ecologico. La Federazione, in collaborazione con il Parco Regionale dei Castelli Romani, ha adottato una strategia che combina interventi di salvaguardia con azioni di ripopolamento, come dimostra la recente messa a dimora di circa cinquanta giovani querce in posizioni strategiche. “Parallelamente alle attività di disboscamento selettivo necessarie per quanto riguarda le vecchie alberature o alberature pericolanti – spiega Cianfanelli – c’è stata la riimissione di circa 50 giovani querce nell’impianto, in posizioni condivise con il Parco.” Questo lavoro, oltre a migliorare la qualità e la sicurezza del verde, testimonia l’impegno concreto della Federazione nella tutela dell’ambiente e nella gestione sostenibile del territorio.
Il Centro si estende anche su aree classificate come Zone Speciali di Conservazione (ZSC), rientrando nei Siti di Importanza Comunitaria (SIC), aree protette fondamentali per la conservazione della flora, della fauna e degli habitat naturali. “Il Centro è costituito anche da aree boschive di interesse naturistico – spiega ancora il Direttore – inserite nella zona SIC, a tutela della biodiversità.” Tra le specie che popolano questi ambienti si segnalano il lupo, ritornato a frequentare stabilmente la zona dall’Appennino Centrale, oltre a cinghiali, caprioli, talpe e numerose altre specie tipiche della fauna selvatica boschiva. “Il lupo ha rinnovato la sua presenza in questi luoghi – aggiunge – e il Centro preserva questa biodiversità in accordo con il Parco, cercando di tutelare tutta la fauna selvatica presente.”
Un aspetto che rende il Centro Equestre Federale dei Pratoni del Vivaro davvero unico è l’integrazione tra natura e sport. I grandi prati in dislivello e gli spazi aperti permettono al cavallo sportivo di muoversi, allenarsi e ritrovare un equilibrio all’interno di un ambiente completamente naturale. “Il cavallo qui può gestirsi ed allenarsi in uno spazio completamente naturale”, afferma con orgoglio Cianfanelli, sottolineando come questa sinergia tra sport e paesaggio rappresenti uno dei punti di forza del Centro. Grazie alla sua collocazione, alla gestione oculata e all’approccio sostenibile, il Centro è oggi non solo un’eccellenza per l’equitazione, ma anche un modello di tutela del territorio.